Sul filo della cultura e della solidarietà

di Carmela Maietta, Presidente A. R. 2011-2012

C’é un anno da riempire. E non di chiacchiere. Nel segno di quell’alleanza rotariana che fa di un sodalizio l’occasione per riconoscere l’altro non diverso da te. Soprattutto quegli altri che non hanno potuto contare sulle tue opportunità. Senza dimenticare la parola: strumento potentissimo per arrivare al pensiero. Perché é sempre il pensiero che precede il cuore e fa propri i bisogni, le istanze, le novità, i processi sociali e culturali. E tu hai davanti 365 giorni che sembrano tanti, salvo ad accorgerti, strada facendo, che si rincorrono tanto velocemente da mordere le idee e i progetti, da costringerti a ridimensionarli e a fare delle scelte. E allora serve un filo conduttore con cui dipanarsi e su cui articolare Panno rotariano. E va da sé che lascerai la tua impronta. Ed é questo che un po’ ti inquietat sarà come una fotografia che chiunque potrà analizzare in tutti i suoi dettagli.

La scelta è caduta su due fili conduttori: la cultura e la solidarietà. E’ la cultura che nutre la mente, che fa più chiari gli orizzonti, che abbatte le barriere ideologiche, sociali e religiose. E la solidarietà che ti permette di comprendere il valore della condivisione, di renderti conto che ognuno debba fare la sua parte anche soltanto nel nome dell’etica. E con una particolare attenzione al territorio, ma senza dimenticare chi è lontano dai tuoi occhi per. una distanza geografica. Perché la lontananza non può costituire elemento di discriminazione.

E chi se non un personaggio di grande prestigio, come Dacia Maraini poteva affrontare problematiche dure e complesse, come le infiltrazioni della criminalità organizzata in una terra continuamente violentata? E’ stato un momento di grande partecipazione quello vissuto in quattro istituti superiori con la scrittrice avendo come spunto di discussione il suo libro dal titolo “La mafia”. Ma non è compito nostro anche quello di far riscoprire ai giovani il senso dell’appartenenza, dell’identità nazionale, senza avere paura di scivolare nella retorica usando la parola “patria”? L’abbiamo usata con convinzione quando, come Rotary, abbiamo provveduto a installare una lapide per ricordare il martirio di diversi nolani, uccisi dalla furia nazista. Una folla di giovani, nella chiesa dei Santi Apostoli, ha ascoltato con grande attenzione Aniello Montano e Guido D’Agostino che hanno ricordato alcune tappe salienti della nostra storia.

E poiché l’arte fa parte del grande albero della cultura non ci siamo lasciati sfuggire la straordinaria mostra, al museo di Capodimonte, sul l’artista Ribera e l’escursione all’antica Farmacia degli Incurabili con gli eccezionali reperti di San Giuseppe Moscati. E chi può dimenticare l’emozione che ha attraversato i nostri cuori durante i vespri recitati e musicati nel corso della visita all’Abbazia di Cava dei Tirreni? E il suggestivo tour nel più antico teatro lirico d’Europa, come il San Carlo? Ma il Rotary ha la sua forza anche nella capacità di saper guardare al futuro. E’ in questa ottica che ci siamo stupiti davanti alle meraviglie dell’Osservatorio Astronomico e alle futuriste attività dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. E le tradizioni che sono il segno della tipicità? Il Rotary dimostra di conoscere anche la leggerezza dell’essere, quella levità dietro la quale c’è un background che sa di territorialità: come non ricordare con un sorriso la divertente “tombola vajassa”? E cultura è il dialogo sulla bellezza con Rita Felerico, il viaggio nel giornalismo con Ottavi() Lucarelti, l’immersione nella gastronomia con Slow Food, l’incursione nel fascinoso immaginario del cinema con la figlia di Totò e la sorella di Massimo Troisi.

E la solidarietà? Su questo fronte il club ha saputo essere grande, nella consapevolezza che far parte di una comunità significa anche tenere conto delle problematiche che hanno bisogno di un impegno collettivo per trovare una strada che porti a una soluzione. Ci siamo sentiti parte di una grande famiglia, di quella famiglia umana che non ha bisogno di vincoli di sangue per suscitare affetti solidali e comprensione quando abbiamo inondato di regali, a Natale, le persone che frequentano la mensa della Caritas. La stessa famiglia l’abbiamo ritrovata alla serata evento di Villa Minieri per dotare, sempre la Caritas, di un ambulatorio per immigrati degno di accogliere qualsiasi persona
Il tempo a disposizione è finito. Ma non è finito quello del Rotary. La ruota girerà sempre. E noi ci saremo tutti.

Carmela Maietta
Presidente A. R. 2011-2012